Il futuro del lavoro in Veneto si intreccia con dinamiche complesse legate a cambiamenti demografici, tecnologici e culturali. Le piccole imprese del territorio, colonna portante dell’economia, si trovano davanti a sfide demografiche, culturali e tecnologiche sempre più complesse, che richiedono una visione strategica e un profondo cambiamento organizzativo.
Tra queste spiccano la glaciazione demografica, con una prevista riduzione del 20% della popolazione lavorativa entro il 2040, e il passaggio generazionale che coinvolgerà più di un milione di aziende italiane nei prossimi dieci anni.
In questo contesto, la ricerca indipendente condotta da Francesca Grego nell’ambito del Master in Previsione Sociale presso l’Università di Trento offre uno sguardo prezioso sulle aspirazioni lavorative dei giovani veronesi al 2045. Con un approccio di Strategic Foresight, che include metodi come visioning e backcasting, lo studio ha indagato non solo i desideri e le ambizioni delle nuove generazioni, ma anche le condizioni necessarie per rendere più attrattive e competitive le PMI italiane.
Il report mette in evidenza la necessità di interventi mirati per rendere il territorio veneto un luogo dove i giovani possano non solo trovare opportunità lavorative, ma anche contribuire attivamente allo sviluppo del tessuto imprenditoriale locale. Elementi come trasformazione digitale, innovazione organizzativa, spazi di lavoro collaborativi, formazione continua e politiche aziendali orientate al benessere e alla sostenibilità saranno cruciali per garantire la competitività delle imprese nel lungo termine.
Questo articolo esplora le principali conclusioni della ricerca, delineando i cambiamenti necessari per adattarsi ad un contesto in rapida evoluzione e immaginare un futuro dove le imprese veronesi (ma in generale le imprese italiane) possano prosperare grazie al contributo delle nuove generazioni.
Le sfide demografiche: la glaciazione che minaccia il Nord Italia
Uno degli aspetti fondamentali da considerare quando parliamo di futuro del lavoro è il fenomeno della glaciazione demografica, una drammatica riduzione della popolazione che sta interessando l’Italia e in particolare le regioni del Nord. Questo trend è guidato da una combinazione di bassi tassi di natalità e un saldo naturale negativo: nel 2023, l’Italia ha registrato il minimo storico di nascite dalla sua unificazione, con conseguenze dirette sul mercato del lavoro e sulle prospettive economiche regionali.
Secondo i dati elaborati dalla Fondazione Nord Est, tra il 2023 e il 2040, la popolazione del Nord Italia diminuirà di oltre 2,3 milioni di persone, passando da 27,4 a 25,1 milioni. Le regioni del Nord-Est e Nord-Ovest subiranno le perdite più significative, rispettivamente di 939.000 e 1,4 milioni di abitanti, con il Veneto particolarmente colpito. La fascia di popolazione in età lavorativa (20-64 anni) si ridurrà del 20%, con un calo più marcato rispetto alla popolazione totale.
La glaciazione demografica avrà conseguenze significative dal punto di vista economico e sociale:
- Riduzione dei consumi e degli investimenti: con meno abitanti, il mercato interno si restringerà, impattando la domanda di beni e servizi.
- Cambiamenti nei consumi: una popolazione più anziana favorirà la domanda di prodotti sanitari e servizi per la terza età, a scapito dei consumi tipici delle giovani generazioni.
- Crisi nei servizi essenziali: il sistema pensionistico e i settori sanitari rischiano di essere messi sotto pressione dalla scarsità di giovani lavoratori, che non saranno sufficienti a rimpiazzare le generazioni in pensione.
A Verona, la questione demografica si intreccia con una realtà imprenditoriale caratterizzata dalla predominanza di micro e piccole imprese. Il calo della forza lavoro implicherà una competizione serrata per attrarre i pochi giovani disponibili, con una maggiore necessità di innovare e offrire condizioni lavorative attrattive. Inoltre, il passaggio generazionale, che interesserà un milione di imprese italiane nei prossimi 10 anni, rappresenta un’ulteriore sfida per garantire alle aziende del territorio sopravvivenza e competitività.
Tutto questo renderà il reclutamento di talenti sempre più complesso per le imprese locali.
Il quadro sembra critico, ma i risultati della nostra ricerca suggeriscono che interventi strategici mirati – ad esempio politiche per attrarre talenti, migliorare le infrastrutture locali e supportare la formazione continua – possono attenuare gli effetti negativi di questo fenomeno. La chiave sarà agire con anticipo, comprendendo e pianificando già oggi il cambiamento che avverrà domani.
Le aspettative dei giovani: lavoro e qualità della vita
La ricerca ha messo in luce le aspirazioni lavorative dei giovani veronesi proiettate al 2045, mostrando come il concetto di lavoro stia evolvendo in modo significativo. Non si tratta più solo di un mezzo di sostentamento, ma di un elemento che deve armonizzarsi con i valori personali, le ambizioni e il benessere complessivo delle nuove generazioni.
I giovani, in particolare le generazioni Z e Alpha, si aspettano un ambiente lavorativo che rifletta un cambiamento culturale, orientato alla sostenibilità e alla centralità dell’individuo.
1. Lavoro flessibile e smart working
Tra le priorità spicca il desiderio di flessibilità: strumenti come lo smart working e la settimana corta vengono percepiti come elementi essenziali per bilanciare vita privata e professionale.
La pandemia ha accelerato questa transizione, spingendo i lavoratori a preferire modalità lavorative che permettano loro di gestire il proprio tempo in maniera più autonoma. In questo contesto, le aziende che non si adattano rischiano di perdere potere attrattivo agli occhi delle nuove generazioni.
2. Crescita personale e valori aziendali
I giovani non cercano solo un salario competitivo, ma anche una cultura aziendale che rifletta i loro valori. Aspetti come sostenibilità, inclusività e work-life balance diventano fondamentali.
Come emerso durante le nostre interviste, i giovani vogliono sentirsi parte di un’organizzazione che non sia solo un luogo di lavoro, ma un contesto capace di favorire la crescita personale e professionale. Le aziende dovranno diventare luoghi di apprendimento, in cui i dipendenti possano migliorare le proprie competenze tecniche e umane, come creatività, empatia e pensiero critico.
Un intervistato ha sottolineato: “Le aziende dovranno fare in modo che chi va a lavorare da loro diventi una persona migliore.”
3. Innovazione, collaborazione e tempo libero
Gli ambienti lavorativi del futuro saranno caratterizzati da spazi moderni e collaborativi, progettati per stimolare la creatività e il lavoro di squadra.
Lavorare per obiettivi, ricevere feedback costruttivi e avere opportunità di apprendimento continuo sono aspetti centrali per i giovani, che vedono nel miglioramento delle competenze una chiave per affrontare le sfide globali.
Un altro elemento cruciale è il tempo libero. I giovani immaginano un futuro in cui il lavoro sia compatibile con le passioni personali e non ostacoli la ricerca della felicità. L’equilibrio tra vita privata e professionale diventerà una misura della qualità della vita, spingendo le imprese a ripensare i propri modelli organizzativi per rispondere a queste nuove esigenze.
Le aspettative dei giovani delineano un cambiamento epocale nella relazione tra lavoro e vita. Le imprese che sapranno integrare questi principi, creando ambienti accoglienti e orientati alla persona, avranno maggiori possibilità di attrarre e trattenere i migliori talenti.
Per Verona (ma il discorso può essere generalizzato anche alle imprese italiane) questa sfida rappresenta un’opportunità unica per valorizzare il proprio capitale umano e stimolare lo sviluppo economico del territorio.
Innovazione e tecnologia: il ruolo dell’AI nel lavoro del 2045
L’intelligenza artificiale è destinata a trasformare profondamente il panorama lavorativo, portando con sé opportunità senza precedenti e sfide complesse. La ricerca ha evidenziato come l’adozione di tecnologie avanzate, inclusa l’AI generativa, rappresenterà un punto di svolta per le imprese venete, consentendo di ottimizzare i processi e affrontare la riduzione della forza lavoro dovuta al calo demografico.
Uno dei principali benefici dell’AI sarà la possibilità di automatizzare compiti ripetitivi e pericolosi, migliorando la sicurezza e l’efficienza. In settori manifatturieri e industriali, i robot semi-umanoidi potranno assumere ruoli critici, permettendo alle imprese italiane di recuperare competitività rispetto a paesi come Cina e India, dove il costo della manodopera è storicamente più basso.
La tecnologia non solo ridurrà i costi operativi, ma permetterà anche di creare nuovi modelli organizzativi, con una gestione più flessibile e personalizzata delle risorse umane. Alcuni intervistati immaginano un futuro in cui l’AI libererà le persone da compiti ripetitivi, offrendo loro l’opportunità di dedicarsi ai ruoli più creativi e strategici.
Nel lungo termine, l’introduzione massiccia dell’AI potrebbe ridefinire il significato stesso di lavoro. Avrà sicuramente un ruolo chiave nel supportare modelli di business sostenibili, ottimizzando l’uso delle risorse e riducendo gli sprechi. Secondo alcuni scenari, l’AI potrebbe addirittura ridurre la necessità di lavorare per vivere, trasformando il lavoro in una scelta piuttosto che una necessità, con implicazioni potenzialmente positive per la redistribuzione della ricchezza e l’inclusione sociale.
Rischi e opportunità
La trasformazione digitale e l’intelligenza artificiale promettono di ridefinire il concetto stesso di lavoro, creando nuove opportunità ma anche rischi legati alla sostituzione delle professioni tradizionali. Le professioni più routinarie sono particolarmente vulnerabili all’automazione.
Al contrario, i lavori creativi e basati su competenze umane uniche, come empatia, pensiero critico e leadership, potranno beneficiare della tecnologia come strumento di supporto.
L’introduzione dell’AI comporterà una trasformazione nelle competenze richieste dal mercato del lavoro. Sarà cruciale investire nella formazione continua, per garantire che i lavoratori non si lascino fagocitare dalle nuove tecnologie ma siano pronti a sfruttarne le potenzialità a proprio vantaggio.
In modo analogo, le imprese che sapranno integrare AI e sostenibilità nei propri processi produttivi non solo saranno più competitive, ma contribuiranno anche a migliorare la qualità della vita del territorio.
Come evidenziato nella ricerca, l’impatto dell’AI dipenderà in gran parte da come le imprese e le istituzioni locali adotteranno e governeranno questa tecnologia. Per Verona, è essenziale creare un ecosistema collaborativo in cui innovazione tecnologica, formazione e politiche sociali lavorino insieme per garantire un futuro equo e prospero.
Passaggio generazionale: una sfida cruciale per le PMI
Il passaggio generazionale rappresenta una delle sfide più urgenti per le PMI. Nei prossimi dieci anni, oltre un milione di aziende italiane affronteranno questa transizione, una fase critica che riguarda in particolare le imprese familiari, pilastro del tessuto economico locale (nel Veneto, oltre il 77% delle aziende con più di tre addetti è a controllo familiare).
Questa sfida comporta il rischio di perdita di continuità e know-how aziendale, soprattutto se mancano piani strutturati di successione e innovazione. È necessario che le aziende investano fin da ora in strategie di lungo termine, coinvolgendo le nuove generazioni in percorsi di formazione e crescita per garantire un ricambio manageriale efficace.
Affrontare questa transizione non è solo una questione di sopravvivenza, ma anche di competitività: il successo del passaggio generazionale determinerà la capacità delle PMI di adattarsi alle nuove dinamiche del mercato globale, continuando a contribuire allo sviluppo del territorio.
Le aziende del futuro: attrattività e nuovi modelli organizzativi
Per garantire la propria competitività, le aziende dovranno trasformarsi, adottando modelli organizzativi innovativi capaci di rispondere alle aspettative dei giovani e alle sfide del mercato globale. La nostra ricerca sottolinea come il futuro del lavoro richieda spazi collaborativi, leadership inclusiva e una cultura aziendale orientata al benessere e alla crescita personale.
Tra le priorità per costruire il domani delle imprese, saranno fondamentali:
- ORGANIZZAZIONE: le aziende dovranno investire in nuovi modelli organizzativi, che mettano al centro flessibilità e benessere.
- PERSONE: le aziende dovranno essere luoghi dove i dipendenti si sentano valorizzati, supportati e ispirati a dare il meglio, promuovendo un senso di appartenenza e realizzazione personale.
- COMPETENZE: la formazione continua sarà essenziale per preparare i lavoratori alle sfide tecnologiche e globali, garantendo che il capitale umano resti il motore dell’innovazione.
- COLLABORAZIONE: politiche locali e aziendali dovranno essere orientate alla costruzione di un ecosistema collaborativo, con un forte legame tra imprese, amministrazioni e istituti di ricerca.
- SOSTENIBILITÀ: integrare pratiche sostenibili nei modelli di business sarà essenziale per rispondere non solo alle aspettative dei giovani, ma anche alle esigenze del pianeta e della comunità locale.
- INNOVAZIONE: le imprese dovranno abbracciare le nuove tecnologie – come l’intelligenza artificiale – e promuovere la Digital Transformation per migliorare efficienza e competitività. L’innovazione sarà il motore che permetterà alle aziende di restare rilevanti in un mercato globale in continua evoluzione.
Affrontare le sfide con determinazione e lungimiranza permetterà di creare un territorio fertile per lo sviluppo economico e sociale. Il futuro delle imprese dipenderà dalla loro capacità di adattarsi al contesto e anticipare i cambiamenti.
PER APPROFONDIRE:
Intervento integrale di Francesca Grego al Festival del Futuro (min.1:06:25 – 1:10:25): https://www.youtube.com/live/n9OUNPbCxYw
Intervista su L’Arena: https://www.larena.it/iniziative/futuro-e-innovazione/video/festival-del-futuro-2024-intervista-a-francesca-grego-1.12512335
Articolo su Verona Economia: https://veronaeconomia.it/2025/01/03/leggi-notizia/argomenti/lavoro/il-futuro-del-lavoro-e-delle-imprese-veronesi-quali-strategie-per-attrarre-giovani-talenti-al-2045.html
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